Comunicazione verbale: definizione e significato

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Quali sono della comunicazione verbale definizione e significato?

Le parole rappresentano il principale mezzo di comunicazione fra gli esseri umani: una efficace comunicazione verbale è fondamentale in ogni ambito della vita, da quello interpersonale a quello lavorativo.

Il termine latino dal quale deriva la parola comunicazione significa mettere in comune ed evidenzia la creazione di una connessione tra gli interlocutori.

Tra le diverse forme di comunicazione verbale troviamo il discorso, la tesi, l’intervento, il dibattito e altri ancora.

Andiamo quindi a vedere della comunicazione verbale definizione e caratteristiche e soffermiamoci in particolare su comunicazione verbale e non verbale, analizzando le differenze e i tipi di comunicazione verbale.

I diversi modi in cui comunichiamo e la comunicazione verbale

Partiamo proprio da comunicazione verbale e definizione.

La comunicazione verbale mette in campo le parole per trasmettere informazioni a chi ci circonda: di solito con essa si intende il parlato, tuttavia della comunicazione verbale fa parte anche la parola scritta.

La comunicazione verbale è accompagnata da quella paraverbale, ovvero la voce, i gesti, i silenzi, le pause e così via.

Abbiamo infine la comunicazione non verbale con definizione precisa, quella basata sul linguaggio del corpo: da postura e movimenti fino a modo di vestire (tipologia molto rivalutata e soggetto di numerosi studi odierni).

Dai maestri dell’eloquenza dell’antica Grecia fino ai giorni nostri

Per comprendere la definizione di comunicazione verbale e la definizione di comunicazione non verbale, non possiamo non fare un percorso anche a carattere storico, cercando di scoprire come si è caratterizzata la comunicazione nel corso del tempo.

A dare il giusto risalto a comunicazione verbale e definizione furono soprattutto i greci: filosofi e politici si dedicavano allo studio dell’eloquenza, di cui facevano uso nell’assemblea popolare.

Cicerone scrisse oltre 106 orazioni e fu colui che stilò un metodo oratorio dal quale derivano tutti quelli moderni, improntato sulla duttilità del parlato in base a chi si ha davanti, nonché all’utilizzo strategico delle figure retoriche.

Per Cicerone le tre principali qualità dell’oratore sono “probare”, “delectare” e “movere”: rispettivamente informare sulla propria tesi/pensiero, esporre in maniera piacevole e generare coinvolgimento emotivo nello spettatore.

Il valore della parola era sottolineato anche nei poemi omerici, in particolare l’Odissea, dove saper parlare bene diventa addirittura un attributo dell’eroe che scalza la forza fisica.

Il corso della storia ha dimostrato che le parole non elevavano un uomo solo in senso astratto ma anche letterale.

Nella corte francese del XVIII secolo c’era la tendenza all’utilizzo del motto arguto: saper fare una conversazione brillante e spiritosa, ribattendo colpo su colpo alle battute, aumentava la propria visibilità sociale ed era l’unico modo per ingraziarsi il re e arrivare fino a lui.

Bastava una battuta sbagliata o uno scivolone verbale e la carriera di corte del nobile in questione era irrimediabilmente stroncata.

Ai giorni nostri invece assistiamo a personalità in vista che, solo per essersi espressi male sui social o in un’intervista, intraprendono una parabola discendente.

Mettere in atto una comunicazione verbale efficace

Per capire quali sono della comunicazione verbale definizione e peculiarità, dobbiamo comprendere come si può mettere in atto una comunicazione verbale efficace e qual è il ruolo di comunicazione verbale e psicologia.

Gli effetti di un discorso ben fatto sull’audience sono incredibili: con le parole non solo possiamo trasmettere noi stessi e il nostro pensiero agli altri, ma anche influenzarli in maniera indiretta.

In ambito lavorativo esistono professioni in cui l’abilità discorsiva è il fulcro del successo, si pensi per esempio agli avvocati, ai politici o ai venditori, tuttavia possiamo tranquillamente affermare che in qualsiasi campo lavorativo la comunicazione verbale sia essenziale.

Per essere bravi comunicatori occorre innanzitutto concentrarsi sull’ascolto attivo: per pianificare adeguatamente una risposta è importante ascoltare attentamente l’interlocutore.

Anche fare delle domande trasmette il concetto che siamo interessati all’altro, stimola la conversazione e permette di raccogliere informazioni.

Cruciale poi avere buone doti riassuntive, facendo una panoramica dei punti principali del discorso, nonché restituire un feedback su quello che si è ascoltato tramite la ripetizione ed esprimersi più chiaramente possibile sui propri concetti cardine.

In ultimo non dimentichiamo che la voce e il mondo nel quale vengono pronunciate le frasi hanno pari peso nel processo comunicativo: il tono di voce trasmette all’istante minore o maggior sicurezza in se stessi, nonché quanto si è convinti di ciò che si sta dicendo.

Ecco perché l’effetto di parole ben congegnate risulterà nullo se non accompagnato da un’esposizione vocale adeguata, nonché da una cornice di atteggiamenti paraverbali, come i gesti, in linea con la situazione.

Ecco quindi qual è della comunicazione verbale la definizione e qual è il rapporto tra comunicazione verbale e significato.

Esempi di comunicazione verbale

Possiamo individuare quattro esempi di comunicazione verbale.

Per essere più chiari, diciamo che il linguaggio e la comunicazione si adattano al contesto.

Per esempio in un contesto formale tendiamo ad usare un linguaggio più accurato, mentre in un contesto più informale usiamo un tono più colloquiale.

Ma quali sono gli esempi di comunicazione verbale a cui facciamo riferimento?

La prima è la comunicazione intrapersonale, la seconda è la comunicazione interpersonale, mentre la terza e la quarta sono costituite rispettivamente dalla comunicazione in piccoli gruppi e dalla comunicazione pubblica.

La comunicazione intrapersonale ha un ambito limitato a noi stessi, quindi può essere identificata come quelle conversazioni silenziose che facciamo con noi stessi.

La tipologia interpersonale è quella che avviene tra due individui, la classica conversazione.

Riguardo alla comunicazione in piccoli gruppi possiamo dire che essa si verifica quando ci sono più di due persone che sono coinvolte in una conversazione, come nel caso delle riunioni o delle conferenze stampa.

La comunicazione pubblica si ha, invece, quando soltanto una persona si rivolge a molte altre persone.

È il caso dei discorsi pubblici o delle campagne elettorali.

In tutte queste occasioni il mittente è uno soltanto, mentre i destinatari sono tanti.

È sempre importante conoscere la tipologia di comunicazione verbale che si usa o che si intende utilizzare, anche perché, partendo da questa consapevolezza, si ha la possibilità di migliorare il modo di comunicare e di risultare più efficaci.

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